Lettori fissi

venerdì 13 aprile 2012

PER NOI CHE LA CUCINA 2


La reginetta dei fornelli

Incredibile ma vero,
 anche dopo millenni di evoluzione, l’essere umano ha conservato gli stessi bisogni basilari, tra cui il riempire quel vuoto viscerale che circa tre volte al giorno procura un certo disappunto.

 Ma il tragicomico non sta tanto nel fatto che per soddisfare questo bisogno, 
 ci sia da affrontare il solito turbinìo di sbattimenti 
(conteiner di elettrodomestici a parte)
ma che oggi noi,
 (sempre noi, che credevate!)
cotanto sfaccendìo si debba compierlo in reggicalze e tacco a spillo, 
in soave beatitudine, 
con in mano l’iPhone per controllare l’ultimo comunicato aziendale, 
tenendo d’occhio il pargolo nel seggiolone e la cottura a puntino del brasato.

E che ci vuole? 
Solo una vagonata di anfetamine.

Quando imperava il concetto della donna-mamma-casalinga ciò che ci si aspettava da una pulzella in età da marito era una discreta presenza 
(a dire il vero non indispensabile) 
e altrettanta capacità gestionale del pacchetto casa all inclusive. 

Oggi, quando si dice la fortuna, 
ci hanno affibbiato una tale moltitudine di ruoli che stare al passo è diventato faticoso come una scalata dell’Everest senza ossigeno.

Particolarmente impegnativo trovo il ruolo della reginetta dei fornelli.

E che ci vuole? 
Da anni gli scaffali del super traboccano di antipasti, primi, secondi e dessert scarta e strozza in 30 secondi netti. 

Benissimo, 
solo che tra OGM, stabilizzanti e coloranti
 rischiamo di svegliarci una mattina con la faccia verde pisello 
e le orecchie a trombetta di Shrek.

Allora che fare? 
Ci facciamo prendere dall’ansia del polifosfato occulto ed entriamo nel vortice del “fatto in casa”.

Basta poco che ce vò! 
il segreto sta nel preparare piatti semplici! 
Appunto. 

Per una "semplice" minestra di verdure vuoi che fagioli, carote, patate e zucchine non si lavino e sbuccino da soli per lanciarsi spontaneamente in una cofana di brodo fumante?

Per un "semplice" secondo vuoi che un pollastro allevato a terra senza siringhe di antibiotici, si spenni e cosparga ben bene di olio e spezie per immolarsi a sacrificio su un letto di patate biologiche? 

Per un dolce "semplice" come la crostata vuoi che le uova fresche di campagna non si impastino da sole in una frolla fragrante per stendersi sotto uno strato di succulenta marmellata di stagione, ovviamente fatta in casa?

Alla luce delle 4 ore abbontanti, e del mezzo stipendio necessari a produrre un menù così “semplice e naturale”, consiglio di riempire lo stomaco in autunno e cadere in letargo fino a primavera, come l’orso marsicano. 

Sarebbe la liberazione più grande dopo l’invenzione della pillola.

1 commento:

  1. Quanto hai ragione!
    cucinare per uno poi non è il massimo... io ho iniziato a scrivere una specie di blog solo per costringermi a cucinare e quindi avere qualcosa da postare...

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