Lettori fissi

venerdì 23 marzo 2012

PER NOI CHE LA BELLEZZA

Divagazioni da spiaggiante

Ogni anno, impietosamente arriva il week end del primo mare di stagione,
 e il costume batte dove la ciccetta duole.

Pur frenate dal conto in rosso, ma irriducibili della prima fila fronte mare, riapriamo il cassetto della chincaglieria da spiaggia nel tentativo di riciclare qualcosa.

Stirando qui, allungando di là, e rimanendo in semi apnea, siamo rientrate nel pezzetto di lycra variopinto che ci è costato la tredicesima dell’anno passato.

Arriviamo in spiaggia col colorito di una seppia al vapore,
 bardate con copricostume oscura (dis)grazie modello talebana integralista,
e dopo una rapida circospezione da dietro l’occhialone formato parabrezza, accendiamo lo "gnocca radar".

Eh si amiche mie,
perché se il confronto con le donnine photoshoppate delle riviste è deprimente, la manza palestrata in perizoma come vicina di ombrellone è istigazione al suicidio.

Evitarla è puro istinto di sopravvivenza.

Trovato lo scampoletto di sabbia in zona neutrale, svuotiamo la cofana mare di tutte le cianfrusaglie inutili che siamo riuscite a stiparci, sistemiamo il telo con riga e squadra per beccare anche il più remoto raggio di sole,
e con velocità prossima a quella dello shuttle in decollo, ci sdraiamo con posa da sfinge, che si sa, di "piatto" facciamo ancora la nostra porca figura.

Così arenate, in posizione antigravità, diamo libero sfogo alle nostre psicomenate da solleone,
iniziando a divagare sul pubblico spiaggiante.

Uno spasso.

Dopo anni di onorato struscio costiero, rimango ancora ammaliata dalla mirabolante varietà di forme, volumi e densità che può assumere la doppia appendice adiposa più chiacchierata del mondo.

Eh si pulzelle mie, parliamo di culi.

Se ne vedono di ogni forgia: scatolari, concavi, tubolari,
 il trionfo della geometria!
 Se poi vogliamo darci un tono filosofeggiante,
 è sorprendente come la conformazione del lato "B" sembri rispecchiare il carattere della proprietaria.

Ci avete mai fatto caso?

Culetti svettanti e sempre all’erta sono lo stendardo della starlettina
 dè noartri alla ricerca di una o più mani che, oltre a tastarlo,
 siano disposte a spingerlo verso nuovi orizzonti.

Poi troviamo le appendici piatte, quasi concave, appannaggio della minimalista-ambientalista-salutista che rifugge il superfluo, 
 quella che ha l’anima più verde di un gorgonzola dimenticato nel frigo dall’anno scorso, quella che riciclerebbe anche il moccio del pargolo svezzato a tofu e germogli di soia.

E che dire delle estremità a monoblocco, parte unica col tronco,
 stendardo della matrona tutta d’un pezzo, quella che appena nata ha guardato di traverso pure l’ostetrica,
 quella che col cane e marito al guinzaglio tiene in riga il condominio.

E poi ci sono quelli che preferisco,
 gli incontenibili, gli strabordanti, i rivoluzionari,
quei sederi che si riappropriano del loro spazio
nonostante il tentato contenimento.

Per quei didietro che osano abbondare in barba alla crisi,
 che sanno andare oltre la recessione, la pancera e gli schemi,
 una ola con vuvuzela!

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