Lettori fissi

domenica 25 marzo 2012

PER NOI CHE LA CUCINA


Copertine ruggenti

Che meraviglioso momento quando dopo ore di smanetto tra pirofile e padelle per servire un soufflè di crema al carciofo in salsa di astice,
il nostro principe azzurro si siede a tavola e con lo sguardo da triglia chiede: “ma perché questo pollo sa di broccolo?! 
Ti spiace se mangio pane e prosciutto stasera?”
E parte l’embolo.

Ma come?! ho indossato le vesti da perfetta massaia solo per amor tuo, orfano inconsolabile delle succulente pietanze di mammà, e che fai?
 ti lanci sul pane e prosciutto?
Buzzurro.


Mentre la rabbia si affievolisce con l’aiuto di un misto creme alla panna, suggerisco di non ammorbarci l’esistenza con sbattimenti sovrumani.


Semplice amiche mie,
 cresciamo sfuggendo a quella che ci sembrava la quotidianità scialba e monotona delle nostre ave.

Proiettate all'avventura, viviamo emancipandoci su ogni come e perchè
ma poi, non contente, ci facciamo prendere dal coccolone dell'incompiuto
 che riusciamo a placare solo con operazioni degne del primo premio
 massaia dell’anno.
 E per cosa?
No, non per il desiderio di compiacere le ingrate fauci dei nostri commensali, ma solo per confermare che noi, donne pintute e cazzute,
 siamo capaci in tutto e di tutto.
In primis nell'atavica missione di provvedere alla sazietà altrui.


Che fare allora? Sciogliersi a vita dietro i fornelli o fondare il club della simmenthal? Come dipanare l’intricata matassa?


E’ qui che scattano gli specchietti ammaliatori per le allodole un po’ orbe come noi:
 l’ultimo, geniale e schicchissimo manualetto del
 “cucinare da chef in 5 minuti” 
Hai visto mai? una luce in fondo al tunnel!


E corriamo in libreria pensando di aver dato una svolta 
all’abominevole turbinio quotidiano del pranzo e della cena.
 In un solo colpo spazzati via tutti i dubbi su cosa cucinare,
 come e in quanto tempo. 
Ora saremo chef in 5 minuti 5!


Eccolo il nostro nuovo vangelo.
Rigiriamo tra le dita la copertina lucida e sfogliamo con mani tremanti le pagine patinate dove campeggiano gigantografie di brasati fumanti, 
rustici dorati a puntino, dessert soffici e invitanti. 
Cotanto piacere per gli occhi è affiancato da una mezza paginetta di istruzioni per ogni ricetta. 

Tanta sintesi già ci rincuora, e con l’animo ringalluzzito ci fiondiamo a fare incetta di quella particolare farina, di quel lievito speciale, 
di quel vino d’annata.
Peccato che al quinto super battuto per trovarli, ci baleni il dubbio che le pietanze amabilmente presentate, 
non siano poi così semplici da replicare.


Allora vuoi che quel vino fruttato alla ricetta n.5 non possiamo sostituirlo col moscato preso in offerta al 3x2? 
E quel merluzzo che abbiamo in freezer? 
farà pure la sua porca figura al posto della trota di fiume paventata a pag. 18!


Un giro di scaffali ed uno tra i buoni spesa che ci infagottano il borsellino,
e tutto il nostro entusiasmo per l’agognata emancipazione culinaria si sgonfia più velocemente di un soufflé a forno aperto!


L’illusione è stata breve,
giusto il tempo di sgualcire un po’ le pagine dell’ultimo impaginato di leccornie. 


Cambiano gli spessori, cambiano gli editori e cambiano le divette in copertina, a non cambiare mai è solo la nostra speranza
 di evadere dai soliti sbattimenti quotidiani.


Sperimentare è sempre divertente, 
nella fantasia.
Peccato che nel turbinio delle nostre giornate vere, fatte di corse ad ostacoli 
e ritagli di tempo e stipendio,
 l' energia da dedicare alle libagioni sia sempre quella:
l’ultima offertona del super sotto casa, cotta ai fumi del nostro ego evaporato e condita con un filo d’olio.
Del nostro gomito.
E buon appetito a tutti!

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