Lettori fissi

sabato 24 marzo 2012

PER NOI CHE UN UOMO


Estenuescion

Incredibile ma vero.
 A trent’anni suonati tutto avevamo immaginato tranne che di passare il sabato sera spalmate sul divano in compagnia di fuffy e la maratona di sex and the city in tv.

No, niente influenza, niente ustione da lampada selvaggia, niente fritto misto rispuntato sul naso come una borchia purulenta.

E’ solo che l’idea di passare almeno tre ore armeggiando di ceretta, phon e push-up, per lanciarci in una notte di gagliarde follie
 non ci mette più addosso quel brivido di una volta.
Ma come?
 A vent’anni eravamo capaci di apparecchiarci come una ballerina
 del moulin rouge nel tempo di un pit-stop a Maranello, e adesso? 
non ci smuoveremmo neanche trainate da quattro ruote motrici.

Questione di feeling come direbbe Riccardo,
 no questione di bile.
 Dopo anni di batticuore, diete, palestra e mutui dall’estetista,
 dopo anni di incrollabile entusiasmo abbiamo mollato la presa come il bottone dei calzoni dopo il pranzo di Natale.

A vent’anni il sirenetto col quale dividevamo la bibita al cinema ci scriveva bigliettini zuccherosi da crisi iperglicemica.
 Dopo i trenta il messaggio più romantico che riceviamo è il post-it sul frigo “ricordati di pagare il bollo auto”.

A venti lui passava a prenderci sotto casa con l’auto tirata a lucido,
 e vestito di tutto punto, sbarbato e profumato aspettava paziente mentre noi terminavamo le operazioni maniacali di trucco nell’emozione dell’incontro.

Dopo i trenta siamo noi che andiamo a prenderlo al campo di calcetto, 
e lui sudaticcio dentro una tuta più vecchia delle nostre barbie, si fionda in macchina bofonchiando “sbrigati che da pino il re del crostino inizia la partita”.
E son soddisfazioni.

A vent’anni il trottolino amoroso si accorgeva del nostro completo intimo zoccolone da sotto il cappotto, 
ora pizzi e nastrini sortiscono lo stesso effetto di una muta da sub. 

Questione di feromoni svaporati o siamo entrate nel vortice della fantomatica noia che tutto ammorba? Dubbio amletico.


Ma forse la dura verità è che siamo incontentabili,
 ci parte l’embolo appena il primo furbacchione prova a distoglierci dal quadretto alla mulino bianco che ci siamo marchiate a fuoco dai tempi dell’asilo.
Uomo da sogno = vita da sogno
 e non si discute. 

Solo che dopo anni di sacrosanti sbattimenti per apparecchiarci a festa sperando nell’incontro con la divinità a noi predestinata, siamo un po’ provate.

 Ma se l’entusiasmo vacilla, l’orgoglio no,
 e piuttosto che rinunciare al bello-macho- ricco-sensibile-fedele che popola i nostri sogni e sostiene il nostro ego, preferiamo metter su cellulite e rughette in tronfia solitudine.

Ma rilassiamoci amiche mie,
non sempre abbandonarsi al calore di una stretta dal bicipite flaccido
 e dal polsino sfirmato sancisce la sconfitta.

Anzi, in tempi dove spread e inflazione ci ammorbano la vita,
 meglio puntare all’uovo oggi che alla gallina domani,
 che se la gallina arrivasse coi tempi delle pensioni, sai la fregatura!

2 commenti: